Cominciano a circolare i dati sull'attività di brevettazione nel 2012 su scala mondiale.
La loro lettura evidenzia un paio di elementi che, combinati assieme, fanno riflettere:
UNO! Si è registrato un boom europeo. Battuto il precedente record (risalente al 2008), ossia 257.744 richieste di brevetti, cioè il 5,2% in più rispetto al 2011: dati interessanti e per nulla scontati.
DUE! L'Italia non si fa mancare nulla e anche stavolta siamo in controtendenza. Calo del 3.4% rispetto al 2011 e nessuna azienda italiana nelle top 50: sconfortante e tristemente prevedibile.
Attenzione: non si parla di spesa in Ricerca e Sviluppo: parliamo di brevetti, ossia di difendere legalmente una propria idea. Idea che può nascere da un ufficio dove lavora un top pool di ingegneri, oppure semplicemente dalla trovata di un buon commerciale o... da una seduta di gabinetto particolarmente fruttuosa di un brillante neo-imprenditore. In questi dati c'è tutto questo.
Traduzione: la scusa "eh ma noi in Italia abbiamo un tessuto di piccole imprese che fa ricerca e sviluppo destruttura in garage, quindi non finisce in bilancio" stavolta non regge.
Ci lamentiamo che lo Stato italiano non investe in innovazione, che lascia scappare i talenti. Ma le imprese italiane ci mettono un pò di impegno? E' solo solo colpa di governo e politici? Siamo ancora creativi, oppure siamo creativi ma un pò inconcludenti?
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UNO! Si è registrato un boom europeo. Battuto il precedente record (risalente al 2008), ossia 257.744 richieste di brevetti, cioè il 5,2% in più rispetto al 2011: dati interessanti e per nulla scontati.
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Traduzione: la scusa "eh ma noi in Italia abbiamo un tessuto di piccole imprese che fa ricerca e sviluppo destruttura in garage, quindi non finisce in bilancio" stavolta non regge.
Ci lamentiamo che lo Stato italiano non investe in innovazione, che lascia scappare i talenti. Ma le imprese italiane ci mettono un pò di impegno? E' solo solo colpa di governo e politici? Siamo ancora creativi, oppure siamo creativi ma un pò inconcludenti?
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